Esistono, ormai, diversi moto e scooters a emissioni zero non fa eccezione nemmeno il mito Vespa che, da circa due anni, prevede in listino il modello elettrico. Ma il prodotto del gruppo Piaggio non è certo un mezzo unico nel suo genere, anzi va a inserirsi in un settore di mercato molto ampio e fatto di numerosi prodotti dalle qualità diverse. Si va da prodotti quasi artigianali, costruiti utilizzando componenti di grandi fornitori, ad altri costruiti in serie dai marchi più noti. Quello che li accomuna è ovviamente la presenza di un motore elettrico e di un pacco batterie.

Ma che cosa vuol dire concretamente comprare uno scooter o una moto elettrica? Quali sono i costi dell’operazione e gli eventuali vantaggi?

Il primo aspetto da considerare è quello del prezzo d’acquisto. Se si prendono in considerazione i brand tradizionali che producono moto o maxi-scooter dalle dimensioni e dalle prestazioni paragonabili ai mezzi tradizionali, bisogna mettere in conto un prezzo di listino di almeno una volta e mezza. Se invece si pesca nel mare magnum delle aziende più piccole bisogna valutare caso per caso e soprattutto verificare bene la provenienza dei prodotti, che in alcuni casi è cinese. Questo non è un problema di per sé, perché questi piccoli scooter elettrici devono essere omologati per essere venduti in Italia. Tuttavia spesso la qualità è bassa e la garanzia potrebbe risultare di difficile applicazione.

Una volta superata questa fase e presa la decisione di acquistare un mezzo a due ruote elettrico, che arrivi almeno a 45 km/h e che dunque non sia una e-bike, è il momento di fare due conti. La prima cosa da tenere in considerazione è la capacità della batteria che si misura in kWh. Per esempio, un pacco batterie da 5 kWh necessita della stessa quantità di energia elettrica per “fare il pieno”. Partendo dal presupposto che 1 kWh costa tra gli 0,2 e gli 0,4 euro a seconda delle tariffe, dei contratti e degli orari, una ricarica completa può costare tra gli 1 e i 2 euro e può bastare per percorrere circa 80 km. Quanto all’operazione di ricarica, dipende se la batteria può essere estratta dal veicolo (e portata magari in ufficio) oppure no. Nel primo caso è sufficiente una normale presa a 220 volt, nel secondo occorre una colonnina pubblica o una wallbox in garage.

Poi c’è il capitolo burocratico, che porta buone notizie. Moto e scooter elettrici, infatti, non pagano il bollo per i primi cinque anni e dopo sono comunque agevolati. L’assicurazione RC, invece, viene normalmente scontata del 50% rispetto a quella di un motociclo equivalente. A questi vantaggi si aggiungono quelli legati alla manutenzione, che è molto minore rispetto a quella di moto e scooter con motori tradizionali, e quelli legati agli accessi nei centri storici e nelle ZTL. Tradizionalmente le due ruote a emissioni zero vanno praticamente dappertutto, talvolta anche nelle aree pedonali.